lunedì 7 luglio 2014

Ritratto di Signora #34: #BringBackOurGirls



Buongiorno e buon primo lunedì del mese a tutti. Ultimo appuntamento della rubrica, prima della pausa estiva. Ma non disperate, torneremo a Settembre più agguerrite che mai, con un paio di idee davvero interessanti.
Nel frattempo potete sempre seguirci sulla pagina Facebook di Ritratto di Signora.
La parola oggi spetta a quella tentatrice di Fede, del blog Stasera Cucino Io, che ha scelto un tema attuale e che coinvolge tutti.
Buona lettura!

È stato difficile, ma allo stesso tempo semplice scegliere di chi parlarvi.
Difficile perché mille idee si affollavano nella mia mente, tutte belle, tutte valide.
Facile perché gira e rigira tornavo sempre allo stesso pensiero.
Personalmente ho sentito la notizia ben più tardi di quando è accaduto il tutto (due settimane o forse più), ma da allora continua a tornarmi in mente.

Lo scorso 14 Aprile più di 200 studentesse Nigeriane sono uscite per andare a scuola, e non hanno più fatto ritorno alle loro case.
A rivendicarne il rapimento è stato un gruppo di guerriglieri, che cercano di giustificare la loro distorta visione del mondo mascherandosi dietro la religione. Quella islamica.
Il gruppo estremista Boko Haram (traducibile in maniera approssimativa con: l’educazione occidentale è sacrilega), si è infatti “preso il merito” di tale azione in un video, nel quale si spiega che le ragazze,  colpevoli di essere cristiane oltre che studentesse (ovviamente il gruppo terroristico sostiene che le donne debbano essere completamente analfabete), saranno convertite a forza, vendute come schiave e costrette a sposarsi.
Dopo la diffusione di questo video, lo scontento per come il governo nigeriano stava gestendo le cose  è cresciuto in maniera esponenziale.
Un gruppo di donne, madri delle ragazze, ma anche solo donne solidali con loro, ha cominciato a protestare, organizzando anche una marcia, proprio per chiedere al Presidente nigeriano un maggiore impegno nella ricerca al fine di liberare le ragazze.
In seguito a queste proteste, alcune delle organizzatrici sono state arrestate, colpevoli, secondo la first lady nigeriana Patience Jonathan, di voler solo infangare la reputazione del marito. Arrivando perfino a sostenere che le donne si fossero inventate tutto.
Non so voi ma questa cosa mi fa accapponare la pelle, non posso non chiedermi come una donna (ma anche un uomo) possa fare certe dichiarazioni, come sia possibile estraniarsi fino a questo punto dal dolore altrui, come fare a non sentirsi coinvolti in questo dramma?
A tutt'oggi (o per lo meno nel momento in cui sto scrivendo, magari quando pubblicheremo l'articolo le cose saranno cambiate) non si sa dove siano finite queste ragazze.
C'è chi sostiene che siano state allontanate dal pese e vendute come schiave all'estero, ma purtroppo nessuna certezza.
Nel frattempo però, giusto un paio di settimane fa, altre 60 ragazze sono state rapite nel nord del paese. Altre vittime che vanno ad ingrossare il numero di tutti quelli che soffrono a causa di delinquenti che si nascondono dietro la religione, ma che di religioso hanno ben poco.
Nella speranza che presto si trovi una soluzione, è partita una protesta che grazie ad internet e ai social network sta facendo il giro del mondo.
“Bring Back Our Girls” è lo slogan lanciato da Malala Yousafzai, icona della lotta a favore dei diritti umani e dei diritti all’istruzione delle ragazze, sopravvissuta a un attentato dei talebani nel 2012, che ha sottolineato l’importanza di non rimanere in silenzio di fronte ad atti di violenza come questo.

In molti vi hanno aderito, e anche noi vogliamo farlo.

Federica.









Nella speranza che queste ragazze possano riabbracciare, un giorno, le proprie famiglie e che episodi del genere non si verifichino più, noi di Ritratto di Signora, io, Monica di Booksland, Fede di Stasera Cucino Io, Francesca di Francy Lettrice Sognatrice e Daniela di Un Libro Per Amico vi auguriamo buone vacanze.


E, a tutte le signore, ricordate che:



Miki, Monica, Fede, Francesca e Daniela.

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